La pasta di Gragnano: storia e proprietà

pasta di Gragnano corta

Gragnano è un comune italiano, a circa 31 km da Napoli. Conosciuto per essere il territorio in cui si produce uno dei prodotti di eccellenza Made in Italy: la famosa pasta di Gragnano (riconosciuta in Europa con la denominazione IGP: indicazione geografica protetta). Grazie ad ingredienti semplici quali la semola di grano duro e l’acqua della falda acquifera locale, si ottiene un impasto che – opportunamente seccato – permette di ottenere un prodotto di notevole qualità, riconosciuto come un vanto del nostro Paese.

Scopriamo insieme qualcosa in più sulla storia della pasta di Gragnano.

Pasta di Gragnano: storia e curiosità

La tradizione della pasta di Gragnano è davvero molto antica e risale addirittura all’epoca dei Romani. In quel periodo, gli abitanti del posto e delle città limitrofe come Pompei ed Ercolano, sfruttavano la forza del torrente Vernotico che scendeva verso la valle vesuviana, per macinare il grano, la cui farina era destinata alla preparazione del pane. L’esigenza delle popolazioni più povere di avere a disposizione un alimento che si conservasse nel tempo e che riuscissa anche ad assicurare un buon apporto calorico e soprattutto un costo contenuto, portò alle prime produzioni di pasta secca. Il successo di questo alimento però arrivò in concomitanza della carestia che colpì questo territorio tra il XVI e il XVII secolo: l’esigenza principale era proprio quella di avere a disposizione un alimento economico, in grado di saziare e con un lungo periodo di conservazione.
Nel corso del XVII secolo ci fu il vero e proprio boom della produzione di pasta, quando i famosi “Maccheronari” del Regno di Napoli, potevano contare su un notevole quantitativo di pasta da vendere a basso costo, in virtù della buona produzione di grano; contestualmente nacquero diversi mulini e pastifici nelle zone di Gragnano dove c’era disponibilità abbondante di acqua.

Gragnano città dei maccheroni

Il primo riconoscimento della pasta di Gragnano è dovuto al Re Ferdinando di Borbone che nel 1845 diede la possibilità ai produttori della cittadina di fornire la pasta lunga per un pranzo di corte. Da quel momento, Gragnano ebbe l’appellativo di “Città dei Maccheroni“. Le conseguenze furono ovvie con la maggior parte della popolazione impegnata nella produzione di pasta e con le strade cittadine che si trasformarono, così come la struttura di Gragnano, in un luogo dove la pasta era messa ad essiccare.
Sul finire dell’800, anche grazie all’arrivo della rete ferroviaria, ci fu un notevole aumento delle esportazioni di pasta, soprattutto verso i paesi dove c’erano i maggiori flussi migratori italiani, come ad esempio gli Stati Uniti. Insieme alla vicina città di Torre Annunziata, Gragnano divenne un vero e proprio polo della produzione della pasta e fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale conobbero un fiorente commercio e un aumento delle esportazioni.

La storia della pasta di Gragnano dal dopoguerra

Con l’inizio delle operazioni belliche ci fu un violento periodo di crisi che investì anche l’industria della pasta, situazione che poi precipitò ulteriormente durante gli anni del fascismo, a causa della battaglia del grano e della necessità di colmare il divario tra i pastifici del Nord e del Sud Italia.
Dal secondo dopoguerra fino ai nostri giorni, i pastifici di grandi dimensioni del centro Nord hanno conosciuto una notevole espansione, a discapito di quelli meridionali. Oggi a Torre Annunziata sopravvive un unico pastificio, mentre la tradizione gragnanese è riuscita in qualche modo a essere salvaguardata grazie ai pastifici più affermati che sono riusciti a resistere a tutte le difficoltà di ordine economico.

Proprietà della pasta di Gragnano

Gli ingredienti base di questa pasta sono caratterizzati dalla semola di grano duro e dall’acqua della locale falda acquifera. La pasta di Gragnano si caratterizza per un colore giallo paglierino, per la completa assenza di malformazioni sulla forma e sul taglio, non deve avere macchie o bolle. Anche se nel corso degli anni, i maestri dei pastifici si sono dilettati con diversi tipi di formati, quelli maggiormente comuni sono rappresentati da spaghetti, pacciarielli, scialatielli, penne rigate, linguine, fusilloni. Uno dei principali punti di forza della pasta di Gragnano è data dal fatto di presentare una superficie rugosa che da un lato assicura una cottura perfettamente al dente e dall’altro, favorisce il legarsi del condimento alla pasta. Ciò è reso possibile grazie all’utilizzo di particolari trafile in bronzo, in vari formati.
La pasta di Gragnano è sicuramente uno degli alimenti tipici per chi desidera seguire la classica dieta mediterranea ma anche per tutti coloro che non vogliono rinunciare ad un buon piatto di carboidrati a pranzo o a cena.

80 gr di pasta di Gragnano secca: 353 kcal

Negli ultimi anni, inoltre, la pasta di Gragnano è presenta anche senza glutine e quindi può essere consumata senza problemi anche dai celiaci. L’acqua della locale falda acquifera viene utilizzata insieme a farine di mais e riso e l’impasto viene asciugato lentamente e a bassa temperatura in modo da ottenere una pasta per celiaci di eccellente qualità.

Noi amiamo gli spaghetti di Gragnano. Ci piace servirli con fresche vongole veraci o alla carbonara (con uova bio, guanciale di Amatrice,
pecorino Romano DOP e miscela di 5 pepi). Dai un’occhiata al menu alla carta.

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