Le osterie del XVII secolo immortalate da David Teniers

David Teniers detto ‘il Giovane’ è uno dei più importanti pittori fiamminghi del XVII secolo. Nasce ad Anversa nel 1610 e muore a Bruxelles nel 1690.
Inizia la sua formazione presso la bottega del padre, anch’egli pittore, dimostrando già in tenera età una certa dote artistica. Pur producendo opere che trattano tematiche diverse è ricordato soprattutto per le numerose scene di genere.

La pittura di genere è sempre stata considerata, rispetto alla pittura di storia e a quella sacra, un genere minore. Le scene di vita quotidiana sono tuttavia un documento storico preziosissimo che ci permette di comprendere le abitudini delle persone in un determinato periodo storico.

Tra le scene di genere più spesso rappresentate dall’artista vi sono quelle all’interno delle taverne, luogo di incontro e di svago della borghesia mercantile. È proprio la borghesia a richiedere questo tipo di pitture caratterizzate spesso dal piccolo formato dei quadri.
Sono immagini che raccontano la quotidianità delle taverne nel suo aspetto più genuino.

Questi dipinti d’osteria ci mostrano inoltre l’ambiente tipico delle osterie del ‘600 aiutandoci ad immaginare l’evoluzione che ha condotto questi luoghi fino alla modernità. Il più evidente tratto in comune che possiamo evidenziare è che da sempre, fin dai tempi più antichi, l’osteria è un luogo di riunione ed incontro nel quale la condivisione è l’elemento più importante.
Anche in fatto di arredamento le osterie odierne ammiccano spesso alle loro progenitrici. Basti pensare a quanto spesso gli elementi in legno (il materiale ‘caldo’ per eccellenza) che caratterizzano le osterie dipinte da Teniers vengano ripresi nelle moderne osterie, rielaborati in un’ottica di design.

osteria roma

Traspare inoltre con evidenza dalle opere di Teniers quanto il vino fosse il vero protagonista dell’osteria, mentre la cucina aveva un ruolo marginale. Le osterie attuali affiancano invece alla carta dei vini una proposta gastronomica molto elaborata anche se sempre legata alle tradizioni del luogo. Nel menù della nostra osteria, ad esempio, figurano alcuni dei piatti storici della cucina tradizionale romana: i tonnarelli cacio e pepe, i rigatoni alla gricia, alla carbonara e all’amatriciana, la trippa alla romana e il baccalà in umido, solo per citare alcuni esempi.

Ma la differenza principale che balza all’occhio sin dal primo sguardo è nella pulizia dei locali: le osterie contemporanee seguono – fortunatamente – norme igienico-sanitarie incomparabilmente più efficaci rispetto a quelle di quattro secoli fa.

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