La fontana di Piazza Navona: la fontana dei Quattro Fiumi

fontana dei quattro fiumi piazza navona

Quando si percorrono le strade strette che la circondano e poi si arriva finalmente sulla piazza, è pressoché impossibile non rimanere estasiati dalla vista della fontana Piazza Navona. Imponente e maestosa, la fontana dei Quattro Fiumi si staglia di fronte alla Chiesa di Sant’Agnese in Agone progettata dal Borromini, ricordandoci che l’assetto dell’intera piazza è il risultato di uno tra gli interventi architettonici più affascinanti di tutto il Barocco. Ma cosa sappiamo davvero su questa incredibile fontana realizzata da Bernini?

A due passi dal ristorante e dalla Piazza di Sant’Apollinare dove ci troviamo, ecco questo capolavoro. Di seguito, qualche dettaglio affascinante sulla sua realizzazione e sulla sua simbologia.

La storia della fontana Piazza Navona

Come tutti sappiamo, la Fontana dei Quattro Fiumi è opera dello scultore e architetto Gian Lorenzo Bernini, che realizzò questo incredibile capolavoro su commissione di Papa Innocenzo X, che si occupò del riassetto dell’intera piazza in Età Barocca. Nello specifico, la fontana fu progettata e realizzata tra il luglio 1648 ed il giugno 1651, dopo che il Pontefice accantonò il progetto del Borromini per accettare quello del suo “rivale” dell’epoca. L’intera storia della fontana è legata a questa rivalità, tanto che la credenza popolare vuole che una delle sculture sia stata realizzata con la mano rivolta a sorreggere l’eventuale caduta della cupola della Chiesa di Sant’Agnese, costruita proprio dal Borromini. Si tratta di una leggenda senza alcuna valenza storica, dato che i lavori della chiesa cominciarono soltanto nel 1652, ma ai Romani piace raccontare questa storia, incrementando la diatriba tra i due celebri artisti.

Fontana dei Quattro Fiumi: descrizione e simbologia

Come già anticipato, la fontana si trova proprio nel centro della piazza, dove un tempo era collocato un “beveratore”, ossia una fonte di acqua per i cavalli che si muovevano nella zona, dove un tempo aveva pianta stabile un mercato. Ora la fontana di Piazza Navona ha una forma tutta diversa: una grande vasca ellittica al centro della quale si staglia un gruppo scultoreo in marmo, sulla cui sommità si staglia un obelisco egizio, altrimenti conosciuto come “Obelisco Agonale”(si tratta di una copia romana rinvenuta nel Circo di Massenzio sulla via Appia).

Nello specifico, il gruppo marmoreo è caratterizzato dalla presenza di quattro giganti, appoggiati ai lati di uno scoglio in travertino -, che altro non sono che le allegorie dei quattro fiumi più grandi della Terra – almeno stando alle conoscenze dell’epoca -: il Nilo, il Gange, il Danubio ed il Rio de la Plata. Nella realizzazione del Bernini, ognuna di queste figure si caratterizza per un particolare esplicativo. Il Danubio, ad esempio, è rappresentato nell’atto di indicare lo stemma della famiglia Pamphili, a rappresentare il potere di Papa Innocenzo X, committente dell’opera. Il Nilo, invece, ha le fattezze di un gigante che si copre il volto con un velo, facendo così riferimento alle sue origini sconosciute fino alla fine del XIX secolo. Il Rio de la Plata tiene in mano un sacco traboccante di monete d’argento, simbolo dell’incredibile colore delle sue acque, e il Gange tiene tra le mani un remo, trattandosi di un fiume estremamente navigabile.

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Oltre ai giganti, Bernini ha realizzato altre meravigliose figure a corredo della composizione. Sul lato occidentale è ben visibile un cavallo che esce dalle rocce con le zampe anteriori sollevate nell’atto di dare inizio ad un galoppo sfrenato, mentre il lato orientale è caratterizzato dalla raffigurazione di un leone nell’atto di abbeverarsi ai piedi di una palma africana. E poi tutt’intorno si trovano anche una colomba, diversi delfini, un dragone, un serpente di terra ed uno di mare.

Ma non è solo l’incredibile raffinatezza stilistica a caratterizzare la fontana di Piazza Navona. A stupire, a dispetto delle altre realizzazioni barocche, è l’idea del Bernini di tenere l’obelisco sospeso nel vuoto: questo, infatti, non poggia su di una base vera e propria, bensì sugli spigoli del gruppo scultoreo sottostante, lasciando così un vuoto che risulta davvero scenografico. In passato, Bernini aveva già adottato tale tecnica nella progettazione della Fontana del Tritone (1643), dove aveva riscosso incredibile successo. Possiamo quindi dire che la Fontana dei Quattro Fiumi è il secondo capolavoro realizzato dal Bernini in questo senso. Ma, d’altronde, come scoprirete, si tratta di un capolavoro e basta.

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