Osteria della Giarrettiera, un omaggio all’osteria dell’arte

shakespeare e giuseppe verdi

Falstaff, l’ultimo capolavoro del già ottantenne Giuseppe Verdi, rappresentato per la prima volta il 9 febbraio del 1893 al Teatro alla Scala di Milano e che rimase in cartellone per ben ventidue repliche, si apre con una scena che si svolge nella cittadina di Windsor, in Inghilterra, all’interno dell’Osteria della Giarrettiera, dove alloggia l’anziano e corpulento sir John Falstaff.

Qui il dottor Cajus si lamenta per esser stato derubato da Falstaff e dai suoi servi, Pistola e Bardolfo, dopo averlo fatto ubriacare, ma Falstaff ha già in mente un’altra delle sue: conquistare il cuore di Meg e Alice, due belle e ricche dame, con l’intenzione di mettere le mani sul denaro dei loro mariti. A questo scopo Falstaff scrive e invia due lettere identiche alle due donne, le quali, assieme all’amica Quickly e a Nannetta, figlia di Alice, scoperto l’inganno, decideranno di prendersi gioco di lui progettando una burla che alla fine coinvolgerà l’intera cittadina di Windsor.

La vicenda narrata, divisa in tre atti (sei quadri), si svolge all’inizio del Quattrocento e tutta la prima parte del primo atto si svolge all’interno dell’Osteria della Giarrettiera, così come la prima parte del secondo atto ed altre scene che si svolgono nel giardino.

Il libretto dell’opera, scritto da Arrigo Boito, prende spunto da alcune ben note opere di Skakespeare: Le allegre comari di Windsor e l’Enrico IV, nel quale la figura di Falstaff era apparsa per la prima volta, poi nominata anche nell’Enrico V.

La figura shakespeariana del Falstaff è essenzialmente comica (un cavaliere grasso e sbruffone), ma Shakespeare non esita a connotargli anche toni drammatici, come ad esempio nel secondo atto dell’Enrico V, quando Falstaff si trova sul letto di morte, sopraffatto dal dolore per essere stato ripudiato dal re.

Questo passaggio dalla commedia alla tragedia, tipico tra l’altro in molti drammi di Shakespeare, è stato ripreso anche da Boito per la sua stesura del libretto del Falstaff verdiano, considerata da molti critici l’opera di Verdi più moderna ed europea.

La Giarrettiera è il nome della locanda in cui alloggia il Falstaff shakespeariano de Le allegre comari di Windsor, luogo che Verdi, con la collaborazione di Boito, ha voluto riprendere per la sua opera. Un luogo divenuto celebre nel campo del teatro per mano del più grande e celebrato drammaturgo inglese, e poi, successivamente, grazie all’opera lirica.

Un’osteria dunque, quella de La Giarrettiera, che ha legato e legherà per sempre due dei più illustri personaggi della cultura mondiale di tutti i tempi: Shakespeare e Giuseppe Verdi.

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